Ci sono voluti quattro anni per arrivare alla stesura definitiva del libro che esce oggi. Quattro anni durante i quali il romanzo ha cambiato titolo, trama e, almeno parzialmente, anche i personaggi. Un lungo periodo, dunque, di aggiustamenti, riscritture, pause, aggiunte e, last but not least, studio. Sì, perché la composizione di un romanzo richiede anche studio, specie se si tratta, come in questo caso, di un romanzo storico. O meglio, di un giallo storico, definizione più precisa in questo caso, a mio parere.

Ma di cosa parla La scomparsa di Luciano Engelmann e dov’è ambientato?
Ci troviamo a Trieste alla fine del 1944, in un gelido dicembre, nel bel mezzo dell’occupazione nazista che da più di un anno avvolge la città e l’entroterra giuliano in una spirale di orrore e violenza apparentemente senza fine. Trieste, infatti, non è una città qualsiasi. Trieste è una città costantemente in guerra per una quarantina d’anni, quelli che vanno dal fatidico 1914, anno d’inizio della tragedia mondiale della Grande Guerra, fino all’ottobre del 1954, momento in cui la città viene assegnata definitivamente all’Italia. In questo quarantennio, Trieste passa dai fasti dell’Impero d’Austria-Ungheria al violento e aggressivo nazionalismo italiano del primo dopoguerra, per poi precipitare nella voragine del fascismo con l’italianizzazione forzata, una nuova guerra, la caccia agli ebrei e, infine, l’occupazione nazista tra la fine del 1943 e la primavera del 1945. Ma non finisce qui. Sebbene non sia un tema del libro, Trieste vivrà altri nove anni di caos, al centro di un braccio di ferro internazionale per stabilire chi dovrà impossessarsi della città. È così che nascono il Governo Militare Alleato (GMA) degli anglo-americani, la Zona A e la Zona B e il pasticcio del Territorio Libero di Trieste (TLT), fino all’epilogo dell’autunno del 1954.
È in questo contesto, dunque, che il romanzo si svolge. Nel dicembre del 1944 Luciano Engelmann, un uomo impegnato nella resistenza antinazista e antifascista, scompare improvvisamente senza lasciare tracce. Pochi e contraddittori indizi sembrano puntare alla Risiera di San Sabba, dove sempre più persone vengono inghiottite in un gorgo di violenza senza fine e chi sopravvive viene messo su un treno diretto nei campi di sterminio in Germania o nell’est europeo. Ma che fine ha fatto, dunque, il triestino Engelmann, ex combattente austro-ungarico della Grande Guerra? È solo uno dei tanti arrestati e deportati in quel periodo a Trieste o c’è sotto qualcosa di più grosso?
Inizia così una pericolosa indagine alla ricerca di quest’uomo scomparso, da parte del fidato amico Kurt Steiner e dell’amata cugina Elena Weiss, nella Trieste con pochissime luci e moltissime ombre dell’occupazione nazista e che porterà i suoi protagonisti a scoprire una verità imprevedibile e scomoda.
Si tratta di un libro che, almeno nelle intenzioni, cerca di coniugare una storia interessante e avvincente, con la necessità di approfondire un periodo storico, quello dell’occupazione nazista di Trieste e dei suoi molteplici aspetti, poco noto al grande pubblico. Si parla spesso della tristemente nota Risiera di San Sabba, ad esempio, ma pochi conoscono in quale contesto essa vide la luce come lager nazista. Non capita spesso di sentir parlare del ruolo italiano, in tutto questo, e, altrettanto raramente, si conosce l’impronta internazionale ereditata da Trieste grazie al suo periodo austro-ungarico. Trieste, infatti, è una città molto poco italiana e decisamente molto mitteleuropea.
La speranza, quindi, è che il libro aiuti, nel suo piccolo, a gettare un po’ di luce su una realtà, quella di Trieste nella storia del Novecento europeo, troppo poco conosciuta e spesso dimenticata, magari catturando il lettore con la storia di Luciano Engelmann e dei suoi agguerriti amici, i quali non si tirano indietro nemmeno davanti alla ferocia dei fascisti della RSI e dei nazisti delle SS, pur di scoprire che fine lui abbia fatto.
Infine, a chiudere queste brevi righe di presentazione del romanzo, sono lieto di poter dire che alla fine del libro, trova spazio una postfazione ad opera dello storico Daniele Ceschin, che va ad arricchire il testo con un ulteriore inquadramento storico della vicenda di Luciano Engelmann e di coloro che non si danno mai per vinti, pur di avere sue notizie.
A questo punto, non mi resta altro da fare, se non augurare buona lettura ai coraggiosi che vorranno affrontare le vicende del romanzo. Per chi vorrà, dunque, ci vedremo tra le pagine de La scomparsa di Luciano Engelmann. Autore e lettori, infatti, si possono sempre incontrare felicemente, una volta vinta la fisiologica diffidenza reciproca!
A questo link il libro è disponibile sul sito dell’editore Meligrana con uno sconto e con altri due libri gratis compresi nell’acquisto.
Qui, invece, lo si trova sul sito di ibs
Qui, invece, è possibile leggere un’anteprima delle prime pagine.
3 pensieri riguardo “In uscita oggi, La scomparsa di Luciano Engelmann. Con postfazione di Daniele Ceschin”