Ieri ho fatto un’incursione nelle storie di James Ellroy e in particolare nel suo romanzo Perfidia. Oggi, invece, dedico qualche riga a Elmore Leonard, un autore al quale lo stesso Ellroy deve molto.

Elmore Leonard è uno tra gli autori americani contemporanei più prolifici, con decine di romanzi al suo attivo. Si tratta di storie dal carattere noir, nelle quali il protagonista viene a contatto con i peggiori delinquenti ma, allo stesso tempo, ha sempre la capacità di mantenere intatto tutto il suo sangue freddo. Trattandosi di un autore molto prolifico, attivo dal secondo dopoguerra fino a non molti anni fa (Leonard è morto nel 2013), è ovviamente impossibile fare un elenco completo dei suoi testi. Mi limito, quindi, a qualche cenno e a qualche titolo. Chi fosse incuriosito, constaterà facilmente quanti siano i suoi romanzi disponibili anche in italiano.
Le storie di Carl Webster, ad esempio, è un ottimo libro per cominciare a scoprire questo grande autore. Si compone di tre racconti, tutti con protagonista il Carl Webster del titolo, uno sceriffo federale nell’America degli anni ’30/’40. Webster è una specie di sceriffo in vero e proprio stile western, che non ha nessun timore di usare la pistola contro i criminali dei quali è incaricato di occuparsi. Ha una mira infallibile e un sangue freddo fuori dal comune. Un personaggio eccessivo, come del resto quasi tutti quelli tratteggiati da Leonard, compresi i cattivi delle sue storie. Carl Webster torna anche in altri testi di Leonard, tra traffico di droga, rapine, ex nazisti fuggiti dai campi di detenzione americani e personaggi vari di dubbia fama. In ogni caso, lui compare sempre ad indagare per fermarli e non esita un momento a tirare fuori la pistola, se se ne presenta l’occasione. È uno di quelli che sostengono la teoria secondo la quale se uno estrae la pistola, non deve farlo per finta ma per sparare. Come si vede, nonostante Webster rappresenti il “buono”, si tratta di un “buono” decisamente sopra le righe, in un’America a tinte forti, nella quale spesso non esistono i mezzi toni ma soltanto le tinte più accese, sia tra i “buoni”, come Carl Webster, sia tra i “cattivi”.
È quanto accade, ad esempio, in Hot Kid, un romanzo nel quale ricompare lo sceriffo federale Carl Webster, per dare la caccia a Jack Belmont, figlio di un magnate del petrolio, il quale ha deciso, in barba all’aria di rispettabilità che circonda suo padre, di commettere ogni sorta di reato, finché qualcuno non lo fermerà.

Anche in Tishomingo Blues si respira un’atmosfera a metà tra la perdizione verso la quale conduce il mondo delinquenziale in cui Leonard immerge i suoi personaggi e la resistenza opposta da alcuni di essi i quali, pur trovandosi invischiati nel gorgo di eventi più grandi di loro, non si lasciano trascinare del tutto dalla corrente. È il caso di Dennis Lenahan, un ex campione di tuffi un po’ avanti con gli anni, il quale sbarca il lunario facendo spettacoli di tuffo da un’altissima piattaforma, in piccoli alberghi della provincia americana. Quando Dennis assisterà, del tutto casualmente, ad un omicidio mentre si trova proprio sopra la sua piattaforma, prenderà l’avvio una sequenza imprevedibile di avvenimenti, mentre intorno a lui si materializzeranno una serie di personaggi intrisi del tipico razzismo degli stati del Sud, impegnati in una rievocazione di una battaglia della guerra tra Nordisti e Sudisti.
Si tratta, come si sarà forse intuito, di romanzi o racconti dove non si perde tempo in descrizioni superflue. Leonard, come del resto fa anche Ellroy, non spreca una riga in elementi inutili della storia. Tutto è pieno di azione e i personaggi ne escono tratteggiati con maestria, in modo sempre molto netto, come se fossero illuminati da una potente lampada al magnesio che ne fa percepire con immediatezza le caratteristiche. Inoltre Leonard, anche in questo caso come James Ellroy, è un vero maestro nella costruzione dei dialoghi, arrivando a un livello che pochi autori sono in grado di raggiungere. Attraverso le battute che si scambiano, Leonard riesce a far emergere in modo chiarissimo, ma sempre fluido ed interessante, molte peculiarità psicologiche dei suoi personaggi e può costituire un ottimo esempio di come dei dialoghi serrati e che vanno dritti al punto dovrebbero essere costruiti.

I motivi per avvicinarsi a questo grande autore americano sono molti, come penso si sia intuito anche in questa breve panoramica che ho tentato nelle poche righe di questo pezzo. Prima di chiudere, cito solamente qualche titolo di testi di Leonard che, personalmente, ho trovato particolarmente avvincenti e interessanti. Oltre a Le storie di Carl Webster, Hot Kid e Tishomingo Blues, citati in precedenza, indico almeno i seguenti: Lo sconosciuto n.89, Raylan e Tutti i racconti western.
In ogni caso, sono i suoi testi sono sempre di altissimo livello ed è improbabile restare delusi. Con Elmore Leonard si va sul sicuro.