Viviamo in una società normale o distopica? – Il mondo visto da uno scrittore

Qualche anno fa ho scritto un romanzo, intitolato “La crepa”, ora fuori catalogo, incentrato sul contesto distopico di una Germania nazista vincente nella seconda guerra mondiale. Si trattava di un romanzo non di fantascienza, ma che si sforzava di mettere in scena un Quarto Reich il più possibile realistico e fondato sui veri episodi della storia tedesca ed europea del Novecento. Eh, ma è la fantasia sfrenata di uno che ama scrivere, penserà qualcuno. Come no.

Vediamo allora, oggi, come stanno le cose e domandiamoci qual è il contesto più distopico: il mio Quarto Reich romanzesco oppure la società nella quale viviamo attualmente?

Ecco alcuni tratti salienti di quest’ultima, riassunti per una più comoda comprensione.


1. Rivalutare fascisti e nazisti: fatto
2. Inserire in posizioni chiave del governo persone entusiaste e orgogliose dei vent’anni mussoliniani e del dodicennio del Terzo Reich: fatto
3. Equiparare pubblicamente le foibe ad Auschwitz (mi sono occupato altrove della banalizzazione dello slogan “Auschwitz”, passando per l’abominio del famoso romanzo “Il tatuatore di Auschwitz”): fatto
4. Scomparsa di qualsiasi forma di rappresentanza comunista dal Parlamento (paura, eh, che bussino alla porta per mangiare i vostri bambini). Per inciso, questa scomparsa era uno dei sogni di Hitler: fatto
5. Sviluppo di una cosiddetta sinistra che è una fotocopia della peggior destra: fatto
6. Assistere impassibili alla strage di lavoratori e di ragazzi che muoiono nei cantieri in nero o nell’abominevole alternanza scuola-lavoro: fatto
7. Eleggere gli evasori fiscali a eroi che ci guadagnano sempre, anche quando vengono multati, mentre i poveri comuni mortali pagano il conto: fatto
8. Abbattere a suon di bombardamenti a tappeto qualsiasi cosa abbia anche il vago sapore di cultura e di scuola: fatto
9. Sviluppare città con 5-6 supermercati e 7-8 banche per una, senza la presenza di una libreria seria entro almeno 7-8 km (ogni riferimento a Mogliano Veneto e al nord-est italiano è puramente casuale): fatto
10. Capitalismo selvaggio che provoca dissesto ambientale, predazione delle risorse, crisi idriche, condizioni di vita sempre più precarie e guerre: fatto


Potrei andare avanti, ma mi fermo al punto dieci, in una sorta di ideale decalogo (incompleto) sul quale riflettere: qualcuno vuole ancora farsi avanti a sostenere che il Quarto Reich del mio romanzo era troppo distopico?

Infine, giusto per chiarire il concetto, essere contro (frontalmente, nel mio caso) un sistema, non significa non avere idee propositive. Lo stesso essere contro significa essere a favore di un sistema migliore. Uno, ad esempio, dove non occorra andare in una città a chilometri di distanza per trovare una libreria o dove non si debbano trovare amministratori virati al nero in ogni dove. O magari uno dove i ragazzi possano recarsi a scuola in pace per studiare, senza essere schiacciati da una gru o da qualche carico imprudentemente manovrato, in barba alle più elementari norme di sicurezza, nell’alternanza scuola-lavoro. A proposito, l’ho già detto che l’espressione alternanza scuola-lavoro non è il suo vero nome, che è SFRUTTAMENTO?

Pubblicato da gchiarol

Autore di romanzi e racconti

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