Cento – raccolta di poesie di Benedetta Pizzarelli (Meligrana Editore, 2022)

Inizio subito premettendo che, da romanziere e autore di narrativa quale sono, non posso essere definito un esperto di poesia, sebbene mi faccia piacere, ogni tanto, leggerne. Ho conservato, negli anni, l’interesse verso i testi poetici, pur non frequentandoli assiduamente, fin da quando, ai tempi della scuola, mi appassionavo a Leopardi e, durante una vacanza natalizia in terza superiore, mi sono accostato per la prima volta a I fiori del male di Baudelaire. Insomma, non sono nuovo alla poesia, ma la domanda che può sorgere spontanea è: cosa c’entra un autore di romanzi e racconti, con la poesia?

Ebbene, c’entra molto, non fosse altro che per il mio personale interesse verso tutto ciò che è letteratura. È per questa ragione che, da tempo, rifiuto qualsiasi etichetta appiccicata a sproposito ai testi letterari. Rifiuto che si estende anche alla poesia. Per me tutto è letteratura e la suddivisione in categorie e sottocategorie non fa altro, se non depotenziare testi che non hanno alcuna necessità di essere incasellati in generi e scuole. Ecco perché non mi attarderò a dare definizioni superflue per i testi poetici di Benedetta Pizzarelli.

La letteratura è tale quando ha qualcosa da dire e quando lo dice con mezzi non banali, articolati, ricercati. Senza dubbio, questo libro di poesie, che ne racchiude cento (numerate dalla centesima alla prima), ha più di qualcosa da dire e lo fa senza timore di usare parole complesse e formulazioni mai superficiali. Da autore a mia volta, eviterò la trappola di pretendere di spiegare cosa l’autrice abbia voluto comunicare attraverso i suoi testi. Non c’è niente di più irritante, almeno per quanto mi riguarda, di ascoltare il parere di chi si ritiene convinto di poter enucleare gli intenti profondi e le idee ultime di un autore. Mi limiterò, quindi, a osservare quanto abbia trovato interessante leggere le poesie di un’autrice che ha saputo trasmettere in versi la freschezza energica della sua giovinezza, insieme ad alcuni dei suoi turbamenti. È certamente stato un piacere scoprire che esiste ancora qualcuno capace di non bloccarsi davanti alla superficialità di un mondo sempre più impazzito e dominato dalle ingiustizie. Forse la scrittura e l’ottica di queste cento poesie (almeno per come io le ho percepite) non sono quanto c’è di più vicino alla mia scrittura, ma proprio per questo i testi mi hanno coinvolto e interessato. Non è strettamente necessario dire le stesse cose, e dirle nello stesso identico modo, per avvertire un interesse letterario verso un testo. Ciò che conta, ai miei occhi di lettore che, allo stesso tempo, è anche un autore con diverse pubblicazioni alle spalle, è la volontà di scandagliare la realtà senza paura di andare a fondo, immergendosi nella complessità delle cose. Ecco il maggior pregio che ho individuato nelle cento poesie di questo libro: la profondità dello sguardo, non disgiunta dalla freschezza della gioventù. Per me, che tanto ho sofferto nel corso della mia vita e che ho voluto (e dovuto) gettare una parte importante di questo grande dolore nella mia scrittura, è stata un’esperienza interessante e stimolante venire a contatto con un’autrice appartenente a una fascia d’età diversa dalla mia, che guarda la realtà con occhi differenti dai miei. Ed ecco perché mi auguro che, in futuro, a queste cento poesie se ne aggiungano altre.

Pubblicato da gchiarol

Autore di romanzi e racconti

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