“E io riprendo a girare a vuoto attorno a te, pianeta impazzito in orbita attorno a una stella che emette buio anziché luce.”
AUTOBIOGRAFIA – MANEGGIARE CON CURA
Poche parole per introdurre il mio ultimo volume, uscito da pochi giorni.
Per quest’anno niente narrativa. È uscito da pochi giorni, invece, un volume autobiografico intitolato “Io non esisto. Note al margine di una dipendenza affettiva”, sui miei anni bui di delirio mentale. Anni di dipendenza affettiva pesante e autodistruttiva. Dopo averli trascorsi perlopiù nel silenzio o, al limite, nell’incomprensione generale, ho deciso di far venire alla superficie una qualche descrizione di questa esperienza. Per chiarire meglio di cosa si tratta, cito direttamente dalla quarta di copertina, ringraziando allo stesso tempo la cara amica e psicologa Giovanna Foffano, che ha scritto una bella e intensa prefazione al libro.
Ecco, quindi, la descrizione presa direttamente dalla quarta di copertina:
La dipendenza affettiva è uno dei mali oscuri che possono avvolgere la mente, senza lasciarle scampo. È possibile descriverla dall’interno, quasi in presa diretta? È possibile darne una descrizione efficace, mentre la si sta vivendo? A ben vedere, sembrano scopi ardui da raggiungere. Come trovare le parole giuste per rendere l’idea di un dolore mentale estremo, che non consente pause, che non abbandona mai chi lo sperimenta? Come riuscire a inventare uno stile in grado di inseguire il corso contorto e ridondante dei pensieri che vorticano a ruota libera, nel pieno di un’ossessione? Questo libro tenta di portare a termine proprio questa complessa missione: dare una visione comprensibile di un male invisibile, ma che porta alla distruzione e all’autodistruzione di chi si trova, suo malgrado, a viverlo in prima persona. In queste pagine si dipana un viaggio nella vita mentale di qualcuno che ha vissuto realmente queste esperienze. Un viaggio senza infingimenti e senza facili scorciatoie. Un grido di dolore nel vuoto di una società che proibisce di mostrare segni di debolezza e di sofferenza mentale. Una sorta di testimonianza-testamento spirituale con destinazione ignota, come un prezioso messaggio dentro una bottiglia, che non si sa bene se potrà mai incontrare qualcuno che gli presterà ascolto.
Il libro è pubblicato, come i precedenti, da Meligrana Editore ed è disponibile solo su Amazon a questo link.
Per quest’anno, dunque, niente narrativa. È uscito da pochi giorni, infatti, un volume autobiografico intitolato “Io non esisto. Note al margine di una dipendenza affettiva”, sui miei anni bui di delirio mentale. Anni di dipendenza affettiva pesante e autodistruttiva. Dopo averli trascorsi perlopiù nel silenzio o, al limite, nell’incomprensione generale, ho deciso di far venire alla superficie una qualche descrizione di questa esperienza. Per chiarire meglio di cosa si tratta, cito direttamente dalla quarta di copertina, ringraziando allo stesso tempo la cara amica e psicologa Giovanna Foffano, che ha scritto una bella e intensa prefazione al libro.
Ecco, quindi, la descrizione presa direttamente dalla quarta di copertina:
La dipendenza affettiva è uno dei mali oscuri che possono avvolgere la mente, senza lasciarle scampo. È possibile descriverla dall’interno, quasi in presa diretta? È possibile darne una descrizione efficace, mentre la si sta vivendo? A ben vedere, sembrano scopi ardui da raggiungere. Come trovare le parole giuste per rendere l’idea di un dolore mentale estremo, che non consente pause, che non abbandona mai chi lo sperimenta? Come riuscire a inventare uno stile in grado di inseguire il corso contorto e ridondante dei pensieri che vorticano a ruota libera, nel pieno di un’ossessione? Questo libro tenta di portare a termine proprio questa complessa missione: dare una visione comprensibile di un male invisibile, ma che porta alla distruzione e all’autodistruzione di chi si trova, suo malgrado, a viverlo in prima persona. In queste pagine si dipana un viaggio nella vita mentale di qualcuno che ha vissuto realmente queste esperienze. Un viaggio senza infingimenti e senza facili scorciatoie. Un grido di dolore nel vuoto di una società che proibisce di mostrare segni di debolezza e di sofferenza mentale. Una sorta di testimonianza-testamento spirituale con destinazione ignota, come un prezioso messaggio dentro una bottiglia, che non si sa bene se potrà mai incontrare qualcuno che gli presterà ascolto.
Per quest’anno niente narrativa. È uscito da pochi giorni, invece, un volume autobiografico intitolato “Io non esisto. Note al margine di una dipendenza affettiva”, sui miei anni bui di delirio mentale. Anni di dipendenza affettiva pesante e autodistruttiva. Dopo averli trascorsi perlopiù nel silenzio o, al limite, nell’incomprensione generale, ho deciso di far venire alla superficie una qualche descrizione di questa esperienza. Per chiarire meglio di cosa si tratta, cito direttamente dalla quarta di copertina, ringraziando allo stesso tempo la cara amica e psicologa Giovanna Foffano, che ha scritto una bella e intensa prefazione al libro.
Ecco, quindi, la descrizione presa direttamente dalla quarta di copertina:
La dipendenza affettiva è uno dei mali oscuri che possono avvolgere la mente, senza lasciarle scampo. È possibile descriverla dall’interno, quasi in presa diretta? È possibile darne una descrizione efficace, mentre la si sta vivendo? A ben vedere, sembrano scopi ardui da raggiungere. Come trovare le parole giuste per rendere l’idea di un dolore mentale estremo, che non consente pause, che non abbandona mai chi lo sperimenta? Come riuscire a inventare uno stile in grado di inseguire il corso contorto e ridondante dei pensieri che vorticano a ruota libera, nel pieno di un’ossessione? Questo libro tenta di portare a termine proprio questa complessa missione: dare una visione comprensibile di un male invisibile, ma che porta alla distruzione e all’autodistruzione di chi si trova, suo malgrado, a viverlo in prima persona. In queste pagine si dipana un viaggio nella vita mentale di qualcuno che ha vissuto realmente queste esperienze. Un viaggio senza infingimenti e senza facili scorciatoie. Un grido di dolore nel vuoto di una società che proibisce di mostrare segni di debolezza e di sofferenza mentale. Una sorta di testimonianza-testamento spirituale con destinazione ignota, come un prezioso messaggio dentro una bottiglia, che non si sa bene se potrà mai incontrare qualcuno che gli presterà ascolto.
Il libro è pubblicato, come i precedenti, da Meligrana Editore ed è disponibile solo su Amazon a questo link: